Progettazione grafica

Come prende forma un LOGO?

Descrivere le dinamiche che dalla frase “Vorremmo che ideaste voi il nostro logo” portano all’individuazione della sua “forma” (che non è mai definitiva) sarebbe piuttosto lungo e complesso; gli abbiamo pertanto dedicato un approfondimento specifico che se volete trovate qui. Se siete invece curiosi di farvi un’idea del processo ideativo che c’è dietro ad un logo (quasi sempre ignoto a chi lo osserva) partendo da un caso pratico, abbiamo scelto di raccontarvi i presupposti e le scelte che anno portato alla realizzazione del nostro logo. Vi anticipiamo solo che un logo si compone generalmente (ma non sempre e non necessariamente) di due parti: un “logotipo” (che è la parte “testuale”, quella che si può leggere) ed un “pittogramma” (il “segno” grafico distintivo vero e proprio) e rimaniamo perché no, in attesa di un vostro feedback. Buona lettura!

Il Logotipo di ImagO

Requisito di partenza per il nome da assumere, era che le iniziali dei cognomi di chi ha dato origine a questo progetto (le lettere “i” ed “o”) lo avrebbero dovuto caratterizzare, ma anche che richiamasse esplicitamente l’ambito di pertinenza lavorativa. Per le attività di organizzazione e gestione di eventi, di progettazione grafica e di visual merchandising, abbiamo pensato di cercare laddove possibile un denominatore comune, una caratteristica imprescindibile in ciascuna delle tre aree.

Lo abbiamo individuato nella “visione”, intesa come capacità strategica di “immaginarsi” un qualcosa di futuribile, tenendo conto dei requisiti evidenziati dal committente, delle caratteristiche di ciò che si andrà a realizzare e di quello che deve rappresentare, per raggiungere gli obiettivi scelti. Ma ci siamo trovati di fronte un ostacolo: nel termine “visione” le lettere “i” ed “o” sono presenti, ma in una posizione del tutto insignificate, casuale. Per superarlo abbiamo scelto di ricorrere al termine latino con cui si può tradurre il significato di idea, di concetto, di rappresentazione mentale che è “imago”; termine che tra laltro incarna perfettamente anche la definizione filosofica introdotta da C.G. Jung, che lo caratterizza come rappresentazione o immagine inconscia: ” (…) l’imago infatti è piuttosto uno schema immaginario, un prototipo inconscio che orienta in maniera specifica il modo in cui il soggetto percepisce l’altro, ne orienta cioè le proiezioni”. (da Enciclopedia Treccani).


Il ricorso alla lingua universale dei nostri avi, da una parte simboleggia il volgere lo sguardo alle esperienze passate facendone tesoro per quelle future, dall’altra rende proprio le lettere “i” ed “o” gli estremi iniziali e finali del nome scelto (ulteriore significato simbolico), che si è voluto rafforzare utilizzandole entrambe in maiuscolo, arrivando alla forma “ImagO”. EGV sono invece le iniziali di Eventi, Grafica e Visual, le tre macro-aree (distinte ma complementari) nelle quali questa realtà opera e che ne specificano in maniera facilmente riconoscibile l’ambito operativo: da cui “Imago – EGV” che è stata assunta come ragione sociale.

Il Pittogramma di ImagO

Il segno grafico individuato per rappresentare e richiamare i concetti che hanno originato il nome e che caratterizzano la nostra mission, è quello di un vortice all’interno di un triangolo, con al centro le lettere “i” ed “o”.


Il vortice stilizzato sta ad indicare la complessità dei criteri di cui tener conto, la ciclicità delle scelte da prendere e rimodulare, il continuo pensare e ripensare (spesso a vuoto) ai dettagli che dovranno caratterizzare il progetto. E’ un’immagine evocativa di quel processo ideativo sfidante, entusiasmante a volte estenuante, nel cui turbinio si rischia sempre di rimanere imbrigliati senza via di uscita, ma che una volta trovata la quadra, conduce direttamente verso l’obiettivo.
La forma geometrica ben definita del triangolo rappresenta i concetti di concretezza ed affidabilità, mentre il perimetro volutamente non chiuso, simboleggia il fatto che c’è sempre margine per migliorare. I vertici del triangolo contraddistinti dalle iniziali delle tre macro-aree, delimitano il perimetro di pertinenza professionale.
Il fulcro del logo però sono le persone (rappresentate delle iniziali “i” ed “o”), vero e proprio cardine di ogni attività. Tutto ruota intorno alle persone siano artefici, committenti o fruitori dei progetti, così come sono sempre le persone a concorrere alla loro buona riuscita: la CENTRALITA’ DELLA PERSONA è la prerogativa di ImagO.
E’ proprio intorno alla forma centrale (che richiama anche il simbolo di un interruttore) che il logo è stato pensato e disegnato in maniera che il “triangolo degli ambiti professionali” possa immaginariamente ruotare di volta in volta allorché si tratti di organizzare eventi, di progettare grafica o di occuparsi di visual merchandising, mantenendo però costante la qualità professionale.
In merito ai colori, invece, sono presenti il blu ed il magenta (insieme al bianco ed al nero) in continuità con quelli usati nella precedente esperienza lavorative di cui ImagO rappresenta l’evoluzione, cui è stato aggiunto il verde come “voglia di crescere”.

Abbiamo provato a riassumere tutto nel breve video introduttivo del nostro logo:
alzate il volume e buona visione!

La grafica di IMAGO è sviluppata in collaborazione con Fabio Orlandi:
“Classe ’72, non più un giovanotto insomma: ma con lo spirito e la curiosità di un bambino nel mettermi continuamente in gioco. La “grafica” mi ha appassionato sin da adolescente ed a partire dalle scuole superiori ho iniziato a studiarla da autodidatta, lavorando da subito in ambiente Apple. Dopo la maturità scientifica, ho frequentato la facoltà di Architettura di Roma TRE, approfondendo ed ampliando in particolar modo le conoscenze negli ambiti di progettazione e composizione.
Oltre ai classici contenuti “off-line” (loghi, biglietti da visita, brochure, cataloghi, ecc…), mi occupo anche di quelli “on-line” e pagine Facebook, realizzando lavori per privati, per associazioni e per aziende. Viste le gratifiche ed i ritorni positivi riscontrati, da hobby la mia passione si è trasformata nel tempo in un lavoro, con l’ambizione ad oggi di renderla l’attività principale.
Dopo aver trascorso circa trent’anni ad osservare i risultati su carta o su schermo, ho avvertito la necessità di svincolarmi dalle due dimensioni: grazie quindi ad una certa “manualità” coltivata in tanti anni di modellismo statico, oggi progetto anche oggetti personalizzati di allestimento (principalmente in polistirolo). Il mio concetto di “grafica” è infatti molto ampio: parte dalla progettazione, passa per il disegno e la stampa, per terminare spesso con la fornitura “materiale” degli elementi ideati.
Sempre in virtù di questo concetto ampio, realizzo anche filmati (potendo vantare esperienze di photo e video-editing), mentre alla fine del 2018 ho conseguito l’attestato di “Pilota di Droni”. Guardare le cose da un punto di vista alternativo è una pratica imprescindibile anche nel processo di progettazione grafica: e le riprese aeree aprono nuove prospettive.
Non mi sono mai piaciute le cose semplici e banali, per questo le mie realizzazioni sono caratterizzate da una personalizzazione spinta e da una certosina cura del dettaglio, che differenziano il prodotto finale da quelli più commerciali”.

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